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Ripercorrere seppure velocemente l’esperienza di trent’anni è un esercizio della memoria, aiuta a cogliere alcuni motivi essenziali per continuare a fare dell’agenzia giornalistica Sir una voce credibile e attendibile della Chiesa in un’Italia e in un’Europa cambiate e in cambiamento.
Il magistero di Papa Francesco indica oggi all’informazione religiosa nuovi percorsi e nuove parole nella fedeltà al Vangelo. Viene così confermata l’originale convinzione del Sir: la comunicazione è l’altro nome della missione.

“Alla base del progetto federativo dei settimanali diocesani emergeva, con priorità incisiva, un’esigenza comunemente condivisa: quella di informare tempestivamente e correttamente i nostri giornali cattolici sulla vita della Chiesa in Italia, perché attraverso il nostro tessuto capillare le comunità cristiane locali fossero nella condizione di conoscere il cammino della Chiesa oggi e, nello stesso tempo, di offrire un analogo servizio di informazione, in modi e forme congeniali alla stampa laica e all’universo dei media nazionali, a tutta la grande opinione pubblica italiana, soprattutto a quella che gravita attorno ai ‘quotidiani'”.

Nasce il Sir

Questo obiettivo “istituzionale” della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) – si legge in “Informazione e territorio” (Fisc/Consis, 1992) – “era maturato lungo gli anni, non solo come conseguenza delle nostra scelta professionale, ma era stato favorito in particolare come ‘osmosi’ che fin dalle origini ha caratterizzato i rapporti tra la Federazione italiana settimanali cattolici e Azione Cattolica Italiana”.
Dall’attuazione di questa intesa nasce il Servizio informazioni settimanali (Sis) fondato dall’Azione Cattolica nei primi anni Cinquanta del secolo scorso e affidato fin dalle origini a Giovanni Fallani che diventerà nel 1973 segretario generale della Fisc e, dal 1989 al 1997, il primo direttore dell’agenzia giornalistica Sir.

Negli anni ‘80, per il travaglio interno all’Azione Cattolica, matura l’ipotesi di un’agenzia che ampli i servizi offerti dal Sis e, tenendo conto degli obiettivi fissati, accanto alla Fisc ponga la Conferenza episcopale italiana. L’Ac, dal canto suo, rende autonomo il Sir mantenendo un rapporto di cordialità e di stima.
Così il 15 aprile 1988 nasce la Società per l’informazione religiosa.
Questa nuova struttura, fondata sulla collaborazione Fisc-Cei, fissata nell’atto costitutivo della stessa società, può essere realizzata grazie al convinto consenso del presidente della Cei, cardinale Ugo Poletti, e alla lungimiranza del segretario generale della Cei, il vescovo Camillo Ruini, che il 7 marzo 1991 succederà al card. Poletti alla Presidenza della Cei.

Card. Ugo Poletti,
presidente della Cei dal 1985 al 1991

Card. Camillo Ruini,
presidente della Cei dal 1991 al 2007

I primi passi programmatici e organizzativi hanno inizio nel 1987 in via della Conciliazione 1, dove c’è la sede dell’Azione Cattolica e, dal luglio 1988, in via di Porta Cavalleggeri 143.
(Nel 1995 la redazione si trasferisce in via Aurelia 481 a fianco della struttura della Cei, già scuola cattolica dell’infanzia ed elementare denominata “Gli angeli custodi”. Il cardinale Camillo Ruini benedice la nuova sede nel pomeriggio dell’8 giugno).

Foto numeri prova

Escono alcuni numeri prova, il primo viene rocambolescamente stampato il 29 settembre 1988 ad Ancona nel corso di un convegno Fisc per consentire ai partecipanti un prima valutazione. Il numero 0 porta la data del 25 ottobre 1988 e vi si legge questo pensiero del presidente della Società Sir, mons. Giuseppe Cacciami, già presidente Fisc e in quegli anni presidente Consis (braccio operativo della Fisc):
L’aspetto più innovativo di questa iniziativa sarà il Servizio di informazione religiosa (notizie, fatti, commenti, anticipazioni) riservato ai giornalisti della stampa quotidiana italiana incaricati dell’informazione religiosa, ai redattori impegnati in questo settore nei periodici sia specializzati, sia di informazione generale e di costume”

Giuseppe Cacciami,
presidente Fisc dal 1981 al 1986

In questo obiettivo (l’altro rimane il servizio ai settimanali diocesani) c’è la scommessa del Sir di portare l’informazione della e sulla Chiesa italiana contemporaneamente sui media cattolici e sui media nazionali.
Una missione, avvertita con responsabilità e umiltà, che prende sempre più spazio anche se non è facile cogliere la specificità e la potenzialità di uno “strumento” qual è un’agenzia giornalistica con le sue regole, la sua tempistica, i suoi destinatari.

In questo passo tratto dall’editoriale “il punto di partenza” del primo numero del Sir, 13 gennaio 1989, si può cogliere “il sogno” della Fisc e della Cei così riassunto da mons. Giuseppe Cacciami fedele interprete anche dei pensieri di don Gilberto Donnini (presidente Fisc), Giovanni Fallani (direttore Sir) e Paolo Bustaffa (vicedirettore Sir).

“Senza presunzione con realistico senso dei nostri limiti, ma con concreta determinazione, il Sir vuole dare il suo contributo concreto a spogliare l’informazione religiosa da quei ‘modelli’ riduttivi che la selezionano, la divulgano, la interpretano con un’ottica esclusivamente ideologica, politica e partitica. Riteniamo che il ‘fatto religioso’ anche dal punto vista giornalistico, sia molto più complesso e chi lo legge debba essere soprattutto aiutato a comprenderlo nelle sue radici e nel suo significato profondo per trarne un libero giudizio. Vorremmo per quanto ci riguarda essere giudicati e verificati sull’obiettività, sul rigore del linguaggio, sulla documentazione, sull’attenzione alle cause e ai risvolti dell’avvenimento religioso piuttosto che sulla sua strumentale, brillante ed effimera utilizzazione per la curiosità del momento”.
Lo scenario di questo impegno professionale è la Chiesa universale e qui si inserisce il servizio del Sir di ascolto, di pensiero e di racconto della Chiesa italiana nelle sue espressioni locali e nazionali e nel suo stare con amore nella storia.

Inizia un’avventura professionale che vede il Sir anche come snodo di una comunicazione che dal territorio arriva al centro e dal centro va al territorio grazie alla rete capillare dei settimanali diocesani coinvolti come soggetti riceventi e, insieme, emittenti. Non esiste ancor oggi una reciprocità comunicativa così ricca di racconti di vita, così diversa e così unita, così capace di coniugare in modo generativo pensieri, sensibilità e competenze.

Foto primo Editoriale

“Il nostro impegno per essere stampa di verità e di libertà – si legge ancora nell’editoriale del primo numero Sir – è nel solco secolare del giornalismo cattolico italiano, soprattutto di quello locale: questa ulteriore esperienza vorrebbe confermarlo, in forma adeguata a questa nuova stagione della Chiesa e della società italiana”.

Non può non nascere, in questo contesto, la scelta del Sir di essere voce autorevole e attendibile, anche se non ufficiale, della Conferenza episcopale italiana oltre che delle diocesi italiane raccontate dai rispettivi settimanali.
Il Sir ritiene fondamentale l’accesso diretto alle fonti Cei per poter svolgere con efficacia e puntualità il servizio affidato.

Mons.Francesco Ceriotti

Numero speciale in onore
di mons.Francesco Ceriotti

In questo impegno trova un saggio sostegno in mons. Francesco Ceriotti, direttore in quegli anni dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali: a lui il 29 maggio 1993 viene dedicato un numero speciale in occasione del 50° anniversario dell’ordinazione sacerdotale.

Anche i suoi successori, mons. Claudio Giuliodori, mons. Domenico Pompili e don Ivan Maffeis accompagnano con convinzione l’agenzia nella crescita.
Mai il Sir è stato un “organ house”, ha rappresentato sempre un’esperienza professionale innovativa, guidata dalla “libertà nell’appartenenza”, capace di tradurre “l’ecclesialese” con il linguaggio giornalistico perché, senza riduzioni e semplificazioni, si potesse trasmettere con compiutezza, fedeltà e anche simpatia il messaggio della Chiesa “ad intra” e “ad extra”.
Un esercizio che ancor oggi esige competenza professionale e sensibilità ecclesiale per liberare l’informazione religiosa dai rischi dell’autoreferenzialità, dell’incomprensibilità e dell’interpretazione riduttiva o strumentale.

Il messaggio giornalistico del Sir, fin dagli inizi, è quello di una Chiesa intensamente radicata nel mondo e, dunque, nel territorio, una Chiesa che può essere compresa e raccontata “con completezza” se conosciuta nella sua identità e nella sua missione.

In tale contesto si pone per il Sir la sfida di raccontare con linguaggio giornalistico la Chiesa non come una struttura ma come una “presenza”, non come una delle molte istituzioni ma come un segno della presenza di Dio nella vita delle persone e dei popoli.
Nel prendere nota di queste sfide i vaticanisti e altri giornalisti impegnati a raccontare la Chiesa e i cattolici comprendono che l’agenzia non ha alcun obiettivo di omologazione dell’informazione religiosa, bensì è al servizio di un pluralismo inteso come un mosaico e non come un vaso in frantumi: non una sfera ma un poliedro, per citare le parole di Papa Francesco.

Negli anni successivi l’impegno del Sir cresce lungo quattro linee prioritarie: aumento del numero dei redattori e dei collaboratori, corresponsabilità delle redazioni dei settimanali diocesani, cura del linguaggio, impiego delle nuove tecnologie che, nel 1992, consentono di passare dagli invii tramite fax alle trasmissioni telematiche.

Conseguenze immediate di questo passo furono il Sir bisettimanale (21 giugno 1990) e il Sir quotidiano (9 novembre 1994).

Il percorso si inserisce in sinergia con quello del quotidiano Avvenire, che dalla Santa Sede passa alla Conferenza episcopale italiana, dell’emittente Sat2000 (oggi Tv2000), di RadioEcclesia e del circuito radiofonico Co.Ra.L.L.o (oggi InBlu).

Gli anni che seguirono furono un progressivo affermarsi e qualificarsi del contributo del Sir all’informazione religiosa, sempre in stretta sintonia con la Fisc e con la Cei.

Le scelte fondamentali di indirizzo dell’attività complessiva dell’agenzia venivano prese collegialmente nelle riunioni alle quali partecipavano il presidente del Sir, il presidente della Fisc, i rappresentanti della Cei a a partire dal direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali, il direttore del Sir.

Prende avvio un’esperienza di corresponsabilità che dà vita a un originale “laboratorio professionale di comunicazione ecclesiale”.

Rimane fermo l’obiettivo di rendere chiara l’idea d’informazione religiosa liberandola dall’autoreferenzialità e portandola sul terreno dell’umano, dove avviene il dialogo tra la vita e la fede, tra la cultura e il Vangelo, tra le scelte per interessi di parte e scelte per il bene comune.
Nel 1997 Giovanni Fallani – che muore il 21 novembre 1999 alla vigilia del Grande Giubileo – lascia la direzione, rimanendo prezioso riferimento in redazione anche per la sua innata e sottile autoironia. A lui subentra Paolo Bustaffa.

Bustaffa insieme a Fallani

Agli inizi del 2000 matura l’idea di dar vita a un servizio europeo e la piena disponibilità di mons. Aldo Giordano, allora segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), consente di pubblicare il primo numero di Sir Europa il 15 giugno 2001, due anni dopo la seconda Assemblea speciale per l’Europa del Sinodo dei vescovi (1999) e pochi anni prima la pubblicazione dell’Esortazione apostolica post-sinodale “Ecclesia in Europa” (2003) di Giovanni Paolo II. Il progetto è ispirato anche dalla vocazione europeistica della Fisc riassunta in particolare nell’impegno di mons. Cacciami nell’Unione cattolica internazionale della stampa (Ucip).
Inizia un’esperienza – sostenuta immediatamente dal cardinale Camillo Ruini – che si snoda negli incontri dei portavoce delle Conferenze episcopali europee, nelle assemblee plenarie e in altri eventi promossi dal Ccee.
Lo stile, il metodo, le finalità sono quelle di Sir Italia e questo porta l’agenzia, con edizione settimanale e quotidiana, ad accreditarsi presso le Conferenze episcopali d’Europa.
È necessario aggiungere a quella italiana la versione in lingua inglese e si costruisce una rete di corrispondenti sia all’Ovest sia all’Est del continente.
Allo stesso tempo si avviano e presero concretezza i rapporti con la Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) con sede a Bruxelles.

Si decide anche di avere una presenza presso le Istituzioni dell’Unione europea con un corrispondente.
Sir Europa dà motivo per aprire finestre anche sul resto del mondo, in particolare sul Medio Oriente già lacerato da conflitti e ingiustizie.

Foto SIR Regione

All’inizio del 2005 prende vita Sir Regione con lo scopo di coinvolgere, tramite 16 referenti regionali che venivano periodicamente convocati per una specifica formazione, i settimanali diocesani su temi e problemi d’attualità per offrire alle stesse Istituzioni regionali il pensiero dei cattolici sui loro progetti politici e sulle loro scelte amministrative e legislative.
Per una decina di anni opera questo laboratorio professionale che si richiama alla passione per il territorio e al rapporto responsabile tra la gente, il territorio e le istituzioni locali.

Nel 2004, mons.Giuseppe Cacciami è improvvisamente colpito da un male che lo costringe a ritirarsi e che lo conduce alla morte il 17 marzo 2012.
Nel 2008, in una piccola pubblicazione per i 20 anni del Sir e 40 anni della Fisc, “La bella avventura. Due anniversari una storia”, il direttore Paolo Bustaffa richiama le parole di Benedetto XVI (Udienza del 2 giugno 2006) per confermare, attraverso i passi compiuti, “il sogno” dell’agenzia:

“Non stancatevi di costruire ponti comprensione e di comunicazione tra l’esperienza ecclesiale e l’opinione pubblica”

Lo stesso direttore ribadisce che quella del Sir deve sempre più essere una “informazione pensata per aiutare a pensare, senza per questo salire in cattedra e sempre rispettando le regole della professione giornalistica con la sua deontologia e la sua etica”.
Si richiama così allo stile e al metodo dei settimanali diocesani dai quali il Sir si sente sempre accompagnato tramite la Fisc con i suoi presidenti: Gilberto Donnini, Duilio Corgnali, Vincenzo Rini, Giorgio Zucchelli, Francesco Zanotti e Adriano Bianchi.

Nel gennaio 2013 Paolo Bustaffa lascia la direzione del Sir: gli subentra Domenico Delle Foglie che da subito punta sulla crescita professionale della redazione e sull’aggiornamento tecnologico dell’agenzia.
Nel gennaio 2017 la direzione viene affidata a Vincenzo Corrado, già caporedattore. Tre le linee guida indicate dal nuovo direttore nel suo primo editoriale: servizio, ascolto e racconto. “Informare – spiega – è un atto d’amore reso all’altro; per questo, non può che essere un servizio da rendere prima di tutto con l’ascolto e poi con il racconto.
L’ascolto è un atto necessario allo svolgersi della comunicazione e prevede, anzitutto, il silenzio, condizione indispensabile per ricevere ogni parola pronunciata e coglierne il significato. Il racconto, secondo le linee editoriali dell’Agenzia, con ‘obiettività, rigore e verifica’ preferite sempre allo scoop”.