Negli anni ‘80, per il travaglio interno all’Azione Cattolica, matura l’ipotesi di un’agenzia che ampli i servizi offerti dal Sis e, tenendo conto degli obiettivi fissati, accanto alla Fisc ponga la Conferenza episcopale italiana. L’Ac, dal canto suo, rende autonomo il Sir mantenendo un rapporto di cordialità e di stima.
Così il 15 aprile 1988 nasce la Società per l’informazione religiosa.
Questa nuova struttura, fondata sulla collaborazione Fisc-Cei, fissata nell’atto costitutivo della stessa società, può essere realizzata grazie al convinto consenso del presidente della Cei, cardinale Ugo Poletti, e alla lungimiranza del segretario generale della Cei, il vescovo Camillo Ruini, che il 7 marzo 1991 succederà al card. Poletti alla Presidenza della Cei.
Card. Ugo Poletti,
presidente della Cei dal 1985 al 1991
Card. Camillo Ruini,
presidente della Cei dal 1991 al 2007
I primi passi programmatici e organizzativi hanno inizio nel 1987 in via della Conciliazione 1, dove c’è la sede dell’Azione Cattolica e, dal luglio 1988, in via di Porta Cavalleggeri 143.
(Nel 1995 la redazione si trasferisce in via Aurelia 481 a fianco della struttura della Cei, già scuola cattolica dell’infanzia ed elementare denominata “Gli angeli custodi”. Il cardinale Camillo Ruini benedice la nuova sede nel pomeriggio dell’8 giugno).
Foto numeri prova
Giuseppe Cacciami,
presidente Fisc dal 1981 al 1986
Una missione, avvertita con responsabilità e umiltà, che prende sempre più spazio anche se non è facile cogliere la specificità e la potenzialità di uno “strumento” qual è un’agenzia giornalistica con le sue regole, la sua tempistica, i suoi destinatari.
In questo passo tratto dall’editoriale “il punto di partenza” del primo numero del Sir, 13 gennaio 1989, si può cogliere “il sogno” della Fisc e della Cei così riassunto da mons. Giuseppe Cacciami fedele interprete anche dei pensieri di don Gilberto Donnini (presidente Fisc), Giovanni Fallani (direttore Sir) e Paolo Bustaffa (vicedirettore Sir).
Inizia un’avventura professionale che vede il Sir anche come snodo di una comunicazione che dal territorio arriva al centro e dal centro va al territorio grazie alla rete capillare dei settimanali diocesani coinvolti come soggetti riceventi e, insieme, emittenti. Non esiste ancor oggi una reciprocità comunicativa così ricca di racconti di vita, così diversa e così unita, così capace di coniugare in modo generativo pensieri, sensibilità e competenze.
Foto primo Editoriale
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